Diaspora: Michele Chirichiello Chitarrista e Bouzoukista (08-11-1981) Spiegare da dove nasce il mio bisogno di fare musica non mi riesce così facile; nonostante lo faccia da undici anni, non mi sono chiarito per nulla le idee a riguardo! E’ forse vero che la musica è così onnicomprensiva che con essa, la mia indole riflessiva non conosce equivoci. E, infatti, ora ci provo con la Filosofia (da studente), ora con il cinema (da puro e semplice amatore), che in quanto a onnicomprensività non scherzano: la musica però, è più fidata! Di autori di cinema ne apprezzo tanti, due su tutti Fellini e Bergman. Di filosofi non ne voglio citare neppure uno: i filosofi non cambiano la vita (piuttosto, quando la vita cambia in meglio, trovi sempre un filosofo pronto a darti ragione)! La musica d’autore è una miniera d’oro per me: De Andrè, Battiato, Guccini, Vecchioni, Conte, Fanigliulo, Ciampi, Tenco, Dalla, Battisti, Graziani, Gaber, Branduardi, Fossati e potrei non smetterla più. E poi c’è la musica etnica di tutto il mondo; ultimamente il folk greco mi ha particolarmente coinvolto. Dopo cotanta presentazione, lo svelamento del mio approccio alle corde è tutto da ridere. All’età di tredici anni, deciso a voler consacrare la mia vita al thrash metal, cominciai a suonare la chitarra elettrica. Ero decisamente influenzato dagli ascolti di mio fratello Costantino, al quale esprimo la mia gratitudine per avermi sempre stimolato in fatto di musica. Un giorno poi ascoltai per caso i Beatles; fu una rivelazione. Da qui è precipitato un torrente di ascolti di ogni genere (dal jazz all’hard rock, dal pop alla classica) e una serie di disperati tentativi di formare un gruppo. La prima esperienza significativa l’ho avuta con gli IRETTILINEO B. Qui ho incontrato un vero e proprio partner musicale, Riccardo Schmitt, con il quale lo scambio di imput (non solo musicali) sarà continuo e variegato. Per anni abbiamo sognato di lavorare ad un progetto come quello che oggi ha per nome DIASPORA. |
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