La band: Emilio Di Stasio

Chitarrista e Mandolinista (09-09-1981)

Oltre alla musica lavoro nel sociale dall'età di dodici anni e seguo con dedizione la mia vocazione di agronomo.

Le mie passioni sono: i libri, il cinema, le feste popolari, le ragazze paranoiche e il buon vino.

Musicalmente ascolto di tutto, vado "a periodi", comunque vivo di blues, rock e progressive rock anni '70, cantautorato
e soprattutto del "Dio folk" sotto tutte le sue forme e contaminazioni.

Cresciuto col sottofondo della musica tradizionale napoletana e del rock inglese anni '70 (in famiglia tutti strimpellano qualche strumento), a 12 anni mi viene regalata una chitarra classica da mio zio Gianni. Con l'aiuto di quest'ultimo e con tanta volontà (il mio sogno era di diventare come John Lennon) comincio a essere il menestrello di falò e compleanni. A 15 anni inizio a studiare con il mio primo maestro, il grande Antonio Quindici. Cominciano a vedersi progressi e mio padre tira fuori la sua storica chitarra elettrica, un imitazione di Fender Jaguar del '65, che mi permette di entrare in un gruppo, i "Pana Sapa" (il primo gruppo non si scorda mai!). A 18 incontro il M° Mario Murru che non finirò mai di ringraziare per tutto quello che mi ha insegnato. Da questo punto e grazie a Mario capisco che la musica per me sta diventando una cosa seria. In questo periodo entro nei "Silene Alba", un gruppo funky che mi fa crescere molto sullo strumento e nella visione della musica d'insieme. Dopo quattro anni che mi seguiva nello studio della chitarra, Mario parte per Firenze ed io continuo con un chitarrista a dir poco eccezionale, Roberto Petrella. Intanto, grazie ad un processo graduale iniziato intorno ai 19 anni, dichiaro il mio amore per la chitarra acustica. Questo mi ha visto partecipe di un interessante progetto acustico con una formazione chiamata "Kapsilon Bemolle", gruppo al quale sono molto affezionato per le mille avventure live vissute insieme. Risale al 2005 l'incontro con i "Diaspora". I Diaspora per me sono una realtà continuamente stimolante, nonché un fattore di crescita fondamentale per il mio percorso umano e di musicista. Grazie Diaspora!!!

 

<<back home