LA TENDA ROSSA
(Aldo Granese)
Sono i tuoi occhi due crepe sanguigne
e la frusta del vento
fa i muscoli tesi,
fugge il pensiero alle esotiche vigne
dei tuoi colli scoscesi.
Come polmoni hai due madide spugne,
il respiro è più lento
e hai i timpani offesi:
un cimitero senz'armi ne pugne
in neanche due mesi!
Quella tenda è
un frammento di fuoco
nel maggio di ghiaccio che ti ha intrappolato,
ed Ondina dal rantolo roco
è l'unica porta sul mondo agitato.
La tua tenda è una punta di sangue
sul viso del globo guardata dall'alto,
la speranza che ancora non langue
è l'italica tempra che compie un bel salto
malgrado le invidie e i bestiali interessi
di chi avrà il potere fin quando non cessi,
malgrado gli odi di gente meschina
che vuole metterti alla berlina.
Ma tu sei nobile e l'alto fragore
di tuoni e tempesta
ti lascia di gesso,
nobile come il perdono e l'onore
meritato e concesso
se pur son troppe le ingoiate amare,
vergogna che arresta
ogni sprone al progresso:
chi ci credeva, con ben sette bare,
lo ha mostrato lo stesso!
Quella tenda caduta giù al suolo
durante l'impatto: una bella fortuna!
Dopo i viveri ha avuto il suo ruolo
la carne di un orso, la preda più buona!
La tua tenda qualcuno ha ideato
facesse da sfondo alla foto col cane
e l'Italia che ti ha abbandonato...
(traslato o effettivo il concetto rimane!)
Chissà se hai pensato negli anni a venire
che sarebbe stato assai meglio morire!?
Ma dimostrare la tua buona fede
avanti alla storia e ad ogni tuo erede
era una cosa davvero importante...
per far di viltà
quella sporca menzogna
che divulgò, "prima donna" arrogante,
una tale carogna,
hai continuato a tenere presente
la tua verità
quando ruppe la "fogna"
dando da fare alla Costituente,
sua giusta rampogna!
Quella tenda il monotono
spezza
dell' acqua che ghiaccia le fiere pupille,
sbuffa, infuria e non smorza l'asprezza:
è il prurito di Dio che produce scintille!
La tua tenda da il nome all'impresa
eroica e fallita, ma poi chi può dirlo
(è una sciocca, un'assurda pretesa!)
che ciò che si inizia bisogna finirlo!?
Sono i tuoi occhi due
crepe sanguigne
e la frusta del vento
fa i muscoli tesi,
fugge il pensiero alle esotiche vigne
dei tuoi colli scoscesi.