ZIO MILIARDO

 

Rintocco secco della stecca

sulla palla da biliardo

e la lingua a lungo lecca

di un ideale bugiardo

il dolce suono…

è zio Miliardo che s’affretta,

è zio Miliardo! Dammi retta!

E’ zio Miliardo che s’affretta

col suo carico di doni,

è zio Miliardo, dammi retta,

coi suoi occhi troppo buoni

e forse falsi…

ed è imbecille chi ci abbocca

o questa è un’opinione sciocca.

Ma cos’è, una pantomima?

E’ corretto che i milioni

siano marci fino in cima

e vadan solo dai cialtroni?

E se fosse, che mi importa!?

Il grilletto l’ho spianato,

se dovesse andarmi storta

che io venga seppellito

dove il sole batta sempre,

dove non ci sia galera,

custodito dentro il ventre

di un’eterna primavera…

E’ la mitraglia che bisbiglia

su pozzanghere di fango…

sono belle le tue ciglia,

sarà l’elevato rango

a cui appartieni,

è che hai uno zio davvero in vista

e si fa largo sulla pista,

è che hai uno zio davvero in vista,

già lo vedo barcollare

e farsi largo sulla pista

in mezzo alle persone care

(brava gente):

una sfilza di lecchini

adoranti i suoi quattrini…

e fischio sbuffo e rido forte,

ho fatto il callo a tali inganni

e già raddrizzo le contorte

trame dei miei pochi anni,

mi guardo indietro e penso allora:

un tempo non capivo niente,

ammesso che capisca ora,

e che sembravo un deficiente

e ribadisco per la storia

che, anche se la vedo nera,

credo ancora nella gloria

di un’eterna primavera…

Son la speranza e l’ignoranza,

fuse in una cosa sola,

a dare vita all’indolenza,

è la potenza a farvi gola:

che vergogna!

Adorate zio Miliardo

soffocato dal suo lardo,

adorate zio Miliardo,

non c’è dubbio a questo punto,

soffocato dal suo lardo

il suo giorno adesso è giunto

e pagherete:

questa fede mal riposta

scoprirete quanto costa…

io vado al Mare dei Sargassi,

la mia nave è già nel porto

e se magari non tornassi?

E se rimanessi morto?

Ricordatevi di quello

che vi ho detto questa sera,

ho una guerra nel cervello

e quindi un’espressione austera,

ma, intendetemi, si parte!

e, a dispetto del colera,

voglio alfine fare parte

di un eterna primavera…

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