MALEDETTA MUSA

Voglio barattare l’illusione

con le tue mani pesanti,

crocifiggere la storica corrente

di tensioni dilaganti,

schiacciare il corpo sterile

in immagine dipinta

e immerger nella fertile

limosa tinta

il rantolo dioscuride

ed Esperidi dai pomi sanguinanti…

sunto dalle tristi conclusioni,

evento di canzoni in tuniche ululanti

nel groviglio del drappeggio

e mastico sembianti

nell’aspetto ancora peggio

di quel figlio che non ebbi

ancorché non fosse tardi.

Mandami i versi che ti ho ordinato,

maledetta musa, maledetto fato!

Portami i versi che ti ho richiesto,

maledetto me, maledetto il testo!

Donami qualcosa che sia speciale,

che faccia sempre parte del mio arsenale,

un metro a raffica di mitraglia,

un grande incendio, non un fuoco di paglia…

non un fuoco di paglia!

Io non conosco succulenti pranzi

e non so la bella vita,

solo ciotole di avanzi

che pulisco con la lingua e con le dita;

farnetico di posti luccicanti:

quale grande meraviglia

di corone e di diamanti

cerco dentro questa stupida bottiglia?!

Chiamando a testimoni i qui presenti,

disturbato dai parenti,

che infondo siamo tutti deficienti

e non mi senti…(però sembriamo veri delinquenti)

e non mi senti…(e siamo quanto basta miscredenti)

e non mi senti…(ma poi restiamo tutti sull’attenti)

e non mi senti.

 

Mandami i versi che ti ho ordinato,

maledetta musa, maledetto fato!

Portami i versi che ti ho richiesto,

maledetto me, maledetto il testo!

Donami qualcosa che sia speciale,

che faccia sempre parte del mio arsenale,

un metro a raffica di mitraglia,

un grande incendio, non un fuoco di paglia…

non un fuoco di paglia!

In putridi ristagni,

nella tomba dei rifiuti,

alcuni ragni

si sentono perduti;

con tutti questi tagli

nei duelli procurati

e i miei bagagli,

dovunque li ho lasciati,

convinto vado avanti

con gli occhi bene aperti

e come sempre allucinati.

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