Roastchicken blues

Schiere di larghi pacchi,

schiene di morbi fiacchi:

non c’è nulla che mi spacchi

più del rullo dei suoi tacchi…

mentre stridono, i miei pensieri

sono strali di serpi neri:

sto spacciando i tuoi misteri

per scacciare i desideri…

e non c’è proprio nulla da fare,

i morti sorgono dalle giare

e tutto quello che scompare

prima o poi dovrà tornare…

e allora canta questa canzone,

fa che la senta la tua nazione,

fino a un cambio di stagione…

viva la rivoluzione!

Tu sei qualcosa come un verde pallido, un rosso rubino,

un fuoco acceso nel camino,

un bicchiere di vino…

…sei la voce calma di una preghiera,

il vento forte di una bufera,

una splendida sera,

una splendida sera…

Dove è finito l’uomo

che poteva scolarsi tre litri di vino in un sorso?

Dove si è perso?

Io sto cercando i suoi occhi,

ma ho troppa rugiada che credo trabocchi nell’orto.

È solo sconforto!

Che non ho incontrato Dio sulla via di Damasco!

È stato un fiasco!

Lo sarà se casco!

Che ti aspetti che io resista

al vento abile equilibrista

come un cieco sulla pista,

un macellaio da rivista.

Tu sei qualcosa come un verde pallido, un rosso rubino,

un fuoco acceso nel camino,

un bicchiere di vino...

…sei la voce calma di una preghiera,

il vento forte di una bufera,

una splendida sera,

una splendida sera…

Amico senti, questa

è una risata di protesta

ed uso il fiato che mi resta

a far ballare la mia testa…

e scusa, ho dato fuoco al bosco:

è il solo modo che conosco

per stanare il tipo losco

che è nascosto in mezzo al fosco.

Gira l’anima con il corpo in una trottola,

gira l’anima con il corpo in una trottola.

Parlami, ti prego, parlami…

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