L'AMATA IMMORALE

 

Non c’è vento che mi soffi

nelle piaghe delle mani,

solo sabbia e segni rossi

per cambiare da domani.

Tornerò sulla tua porta

per cercare la poesia:

non ho sonno e non mi importa

se è una vera malattia

e se sono uno stupido…

 

stupido perché ti sogno muta,

stupido a non farti male,

stupido nel cuore e nella mente,

folle, malato, anormale.

Più forte di ieri mi spacchi la testa

col mare che urla incazzato,

poi quando dici e finita la festa

significa abbiamo scherzato.

Canto le tue grazie deformanti

a chi sente e non può capire

che è impossibile andare avanti

e cosi lecito morire...

 

Dammi una mano a cadere all’indietro

strafatto di sonno e di vino,

mille pezzetti di magico vetro

mi ingombrano il cammino.

 

Voglio sognare sulle tue note

perché hai scritto le mie canzoni,

riempire le teste vuote

di inutili emozioni.

Tu te ne freghi della tempesta

e nessuno ti può colpire

e di te che cosa mi resta

aiutami a capire...

 

Dimmi se sto sbagliando,

triste angelo di Dio,

se alla gente sto dicendo

che sei solamente mio.

 

Tutto ciò che ci sta ammazzando

adesso tiriamolo fuori:

il mio amore non è servito,

siamo stati dei bravi attori.

 

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