MALEDETTA MUSA (Aldo Granese)
Voglio barattare l’illusione
con le tue mani pesanti,
crocifiggere la storica corrente
di tensioni dilaganti,
schiacciare il corpo sterile
in immagine dipinta
e immerger nella fertile
limosa tinta
il rantolo dioscuride
ed Esperidi dai pomi sanguinanti…
sunto dalle tristi conclusioni,
evento di canzoni
in tuniche ululanti
nel groviglio del drappeggio
e mastico sembianti
nell’aspetto ancora peggio
di quel figlio che non ebbi
ancorché non fosse tardi.
Mandami i versi che ti ho ordinato,
maledetta musa, maledetto fato!
Portami i versi che ti ho richiesto,
maledetto me, maledetto il testo!
Donami qualcosa che sia speciale,
che faccia sempre parte del mio arsenale,
un metro a raffica di mitraglia,
un grande incendio, non un fuoco di paglia…
non un fuoco di paglia!
Io non conosco succulenti pranzi
e non so la bella vita,
solo ciotole di avanzi
che pulisco con la lingua e con le dita;
farnetico di posti luccicanti:
quale grande meraviglia
di corone e di diamanti
cerco dentro questa stupida bottiglia!?
Chiamando a testimoni i qui presenti,
disturbato dai parenti,
che infondo siamo tutti deficienti
e non mi senti…
(però sembriamo veri delinquenti)
e non mi senti…
(e siamo quanto basta miscredenti)
e non mi senti…
(ma poi restiamo tutti sull’attenti)
e non mi senti.
Mandami i versi che ti ho ordinato,
maledetta musa, maledetto fato!
Portami i versi che ti ho richiesto,
maledetto me, maledetto il testo!
Donami qualcosa che sia speciale,
che faccia sempre parte del mio arsenale,
un metro a raffica di mitraglia,
un grande incendio, non un fuoco di paglia…
non un fuoco di paglia!
In putridi ristagni,
nella tomba dei rifiuti,
alcuni ragni
si sentono perduti;
con tutti questi tagli
nei duelli procurati
e i miei bagagli,
dovunque li ho lasciati,
convinto vado avanti
con gli occhi bene aperti
e come sempre allucinati.